Komitee gegen den Vogelmord e.V. Committee Against Bird Slaughter (CABS)

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Uccelli che finiscono in padella nei ristoranti

Spesso dietro questi annunci pubblicitari si offrono anche piccoli uccelli proibiti
Spesso dietro questi annunci pubblicitari si offrono anche piccoli uccelli proibiti

La "polenta con uccelli" è una prelibatezza tradizionale in autunno nel Nord Italia. Gli uccelli selvatici vengono grigliati  e serviti con una porzione di polenta e di solito anche di una salsiccia, come accompagnamento per riempirsi. L'avifauna di piccole dimensioni, soprattutto insettivori dal "becco fine" come  il  pettirosso , è molto ricercata: una volta gli archetti (micidiali trappole a scatto) ne catturavano centinaia di migliaia ogni anno a Bergamo e a Brescia. Con l'entrata in vigore della legge quadro nazionale sulla caccia nel 1992, l'Italia ha recepito la direttiva UE sugli uccelli ed è stata quindi vietata l'uccellagione.

Fino alla fine degli anni '90 erano moltissimi i ristoranti che aggiravano il divieto. Le segnalazioni del CABS e le indagini delle forze di polizia hanno portato a numerose denunce contro i ristoratori, con il risultato che la "polenta e uccelli" e il tipico "spiedo bresciano con uccellini" sono gradualmente scomparsi dai menu. 

Eppure il traffico di centinaia di migliaia di piccoli migratori continuava ad avvenire sotto i nostri occhi per il fatto che restava la possibilità per i ristoratori di comprare i passeri importati dalla Tunisia e, con questa scusa, aprire le porte a tanti piccoli uccelli che, una volta spiumati, erano difficilmente riconoscibili.

Sapevano tutti - e i cacciatori lo ribadivano costantemente nei loro forum - che i passeri importati erano solo l'apripista per tutto quell'abbondante mercato di selvaggina minuta (fringuelli, pettirossi, pispole, passere scopaiole) che i cacciatori del nord Italia si procuravano nella penisola e nel resto di Europa. A ogni ristoratore bastava avere una confezione di passeri o una semplice ricevuta d'acquisto, per poi smerciare qualsiasi uccelletto proveniente dal mercato nero dell'uccellagione come passero. Davanti a un poco probabile controllo dirà: "E' un passero". 

In realtà anche i passeri tunisini appartengono a specie protette in Europa, ma per anni la magistratura italiana ha deliberato (a torto) che l'Italia non ha nessun diritto ad impicciarsi di come questi animali vengono cacciati o bracconati al di fuori dei paesi dell'Unione.

Giudici e magistrati brillanti, pensiamo noi del CABS: quindi secondo loro ha senso proteggere qui con normative severe una specie per poi non solo farla massacrare nel nord Africa, ma addirittura arrivare a farla uccidere, per poi rivenderla proprio a noi, che la proteggiamo. Senza senso.

Quindi mandiamo una formale denuncia alla Commissione Europea contro l'Italia per non applicazione del diritto europeo nella tutela delle specie di uccelli. Il 12 settembre 2012 la denuncia è inviata. Pochi giorni dopo la conferma: è ammessa. E poi, un bel giorno del giugno 2014, leggiamo fra i Disegni di Legge del Parlamento, nell'ambito della cosiddetta "Comunitaria", un emendamento alla legge sulla caccia: "divieto di vendere, detenere per vendere di esemplari appartenenti a popolazioni selvatiche viventi sul territorio europeo... anche se provenienti dall'estero". Eccolo qua!! Il Governo approva l'emendamento. Fine dell'ennesimo trucco all'italiana.

Eppure, ai clienti "speciali" vengono ancora serviti  piccoli uccelli canori. Soprattutto nelle piccole locande e trattorie delle valli lombarde ci sono stanze sul retro dove l'avifauna protetta viene riservata a una clientela  selezionata e raccomandata. Quindi molti addetti ai lavori sanno che molti ristoranti che pubblicizzano un cartello con la scritta "Spiedo" sul lato della strada potrebbero usare oltre a pezzi di carne di vario tipo quale maiale, pollo e coniglio, anche i piccoli uccelli particolarmente protetti. Visto però che si cucinano su prenotazione, operare controlli e acquisire prove risulta particolarmente insidioso. 

Nei nostri campi antibracconaggio e nel corso delle nostre indagini, troviamo ancora riferimenti a ristoranti o commercianti che vendono illegalmente piccoli uccelli. Ogni anno, le nostre segnalazioni portano alle denunce di bracconieri, ristoratori e macellai che, nonostante i divieti, continuano ad alimentare questo traffico e a catturare uccelli canori.