Schiacce nel Massiccio Centrale francese

Nel Massiccio Centrale francese un antico metodo di cattura degli uccelli è sopravvissuto per migliaia di anni: sono le schiacce, trappole a caduta che in francese si chiamano tendelles. Erano state bandite per oltre 100 anni, anche se le autorità non hanno mai vigilato sul bracconaggio persistente. Poi, nel novembre del 2005 è arrivata la deroga, che le ha ri-legalizzate e i bracconieri sono improvvisamente diventati «custodi di un metodo di caccia tradizionale».
La schiaccia è brutale: è costituita da una lastra di pietra calcarea di peso variabile da 3 a 10 chili tenuta alzata e in equilibrio da un sistema di piccoli bastoncini. Gli uccelli attratti dalle bacche di ginepro fresche piazzate sotto i sassi, muovendosi sfiorano i bastoncini in equilibrio precario, rimanendo così sepolti dalla pietra che cade. Molti esemplari non vengono uccisi immediatamente, ma si dissanguano lentamente, soffocano o muoiono di sete. Oppure muoiono per ipotermia, perché all’alta quota di questa regione in inverno le temperature non superano gli 0° neanche durante il giorno.

Muoiono così cesene, tordi bottacci e sasselli, tordele e merli. Ma spesso tra le vittime ci sono anche pettirossi, cince more, cinciallegre, pispole e fringillidi.
Poiché queste specie sono protette dalla Direttiva Uccelli Ue, l’uso di trappole mortali è severamente proibito in tutta Europa. Tuttavia, le tendelles continuano a funzionare in 32 comuni della Francia meridionale: ufficialmente si tratta di circa 20.000 «pezzi».
Il ministro dell’Ambiente di Parigi ha giustificato davanti all'Europa l’autorizzazione in deroga delle tendelles con un nuovo modello di trappola, inventato a tavolino, con il quale si presume che gli uccelli più piccoli e protetti possano rimanere incolumi. Lo stesso governo francese ha convinto la Commissione europea che il metodo di cattura è selettivo coi pareri di «esperti», molto vicini agli ambienti venatori.
Indagini CABS nel Massiccio Centrale

Tra dicembre 2006 e gennaio 2010, i membri del Cabs hanno identificato diverse decine di siti di cattura con circa 2.000 tendelles in pietra e ne hanno documentato l’uso. L’obiettivo era verificare le cifre e le "prove" del governo francese che avevano portato all’approvazione della deroga.
Il risultato è chiaro: come previsto, nelle schiacce non finiscono solo tordi, ma anche un 10% di specie protette: nessuna selettività. L’affermazione che i protetti sarebbero sempre sopravvissuti sotto le pesanti pietre di calcare è stata ovviamente smentita: il 75% degli esemplari trovati erano morti, indipendentemente dalla specie. E quelli ancora vivi erano così gravemente feriti da non avere speranza, irrecuperabili.
Anche la quota di cattura determinata dal governo francese si è rivelata troppo bassa: lo studio presentato a Bruxelles afferma che ogni cacciatore cattura solo 0,3 animali al giorno. Così nei 92 giorni di attività consentiti ogni trappolatore ne prenderebbe solo 27. Ciò già fa suonare un campanello di allarme: alla luce del grande lavoro richiesto, chi si mobilita per 27 uccelli. I nostri studi hanno dimostrato che con ogni singolo sistema di cattura è possibile catturare quotidianamente 2,25 volatili, ovvero più di 200 capi per stagione. Ovvero 50 mila esemplari con 20 mila trappole autorizzate.
Anche l’Agenzia statale sulla caccia francese, l’Onfcs, ha espresso dubbi seri sugli studi presentato dal proprio governo. La critica principale? Quasi tutti i dati presentati sulla selettività e sui tassi di cattura sono stati raccolti dagli stessi trappolatori.
Col sostegno finanziario dell’Associazione tedesca per il benessere degli animali, il Cabs ha redatto un rapporto completo e attendibile sulle schiacce e lo ha presentato alla Commissione europea a Bruxelles. Che non ha mosso ancora un dito.