Komitee gegen den Vogelmord e.V. Committee Against Bird Slaughter (CABS)

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Il problema delle pale eoliche per gli uccelli

poiana trovata morta sotto una turbina
poiana trovata morta sotto una turbina

Difficile che qualcuno non lo abbia notato: le pale eoliche stanno colonizzando il territorio europeo. Vengono allestite sui crinali, lungo le coste, addirittura in mezzo al mare e vi sono ogni giorno nuovi impianti in costruzione. In Germania settentrionale il paesaggio ne è ormai pieno.

Sebbene si tratti di un’energia pulita, vi è qualcosa che stona nell’eolico, almeno a valutare dalle numerose polemiche che vi vertono intorno. Sono tre i capi d’accusa che i giganti bianchi si trovano a dover fronteggiare sul piano ambientale: hanno un impatto negativo sul paesaggio? Sono una valida alternativa ai combustibili fossili? Uccidono gli uccelli?

Affrontiamo subito e rapidamente la terza questione, che ci interessa direttamente, lasciando ad altri le risposte sui primi due punti.

Impatto su rapaci, pipistrelli e uccelli migratori

Sin dall'ormai famigerato impianto di Altamont Pass in California negli anni '80 è noto che le turbine eoliche sono un pericolo per gli uccelli. Le collisioni sono inevitabili: se delle pale eoliche non uccidono gli uccelli è solo perché non ci sono uccelli nella zona e dove ci sono uccelli nella zona, poco a poco ve ne saranno sempre meno a causa delle turbine.

Le pale eoliche costituiscono una fonte di pericolo soprattutto per i grandi veleggiatori, i rapaci, le gru, le cicogne. Seguono i piccoli migratori (tutti, ma in particolare rondini e rondoni) e i pipistrelli. Ovviamente a causa della differente densità di uccelli nella zona e della presenza o meno di rotte migratorie è impossibile stabilire un impatto numerico medio per le pale eoliche: vi sono impianti che registrano zero collisioni e altri che registrano 18 collisioni/turbina/anno (Lekuona, 2001), 35 (Everaert, 2003) o 33 (Winkelmann, 1994).

Purtroppo le turbine vanno costruite lontano dalle zone abitate e laddove vi è il vento, quindi sui crinali o vicino al mare, guarda caso laddove sopravvivono gli uccelli, soprattutto le specie più minacciate!

Ma l'effetto deleterio delle pale eoliche non è solo diretto: oltre alla morte per collisione, tutti i ricercatori sono concordi nel ritenere che gli impianti eolici sono dannosi per l'avifauna per altre due ragioni: sottraggono territorio agli uccelli (gli animali si rifiutano di nidificare o alimentarsi all'interno dei parchi eolici, avvertendo il disturbo delle pale, la degradazione del suolo, presenza di strade, elettrodotti, veicoli in movimento), per l'effetto barriera che obbliga gli stormi a giri più lunghi durante i voli (dispendio energetico maggiore in inverno).

Vi è poi un effetto collaterale ulteriore che è emerso prepotentemente negli ultimi anni: esauriti i siti più sicuri per i parchi eolici, gli imprenditori dell'energia del vento stanno cercando di stabilire i loro impianti anche in nuove aree, nei boschi o anche laddove nidificano specie rare e minacciate. Solo che la normativa vieta di erigere pale nei pressi dei nidi di queste specie. La soluzione adottata in Germania è stata semplice, abbattere i nidi..

Studi sulle collisioni degli uccelli con le turbine eoliche

Gavina uccisa da una turbina
Gavina uccisa da una turbina

Le pale eoliche costituiscono un concreto pericolo per gli uccelli per diverse ragioni: impiantate in spazi naturali, spesso lungo i crinali collinari e montuosi, lungo la costa o addirittura in mezzo al mare, queste strutture vanno ad occupare con le loro pale rotanti lo spazio aereo che da sempre avvoltoi, aquile, nibbi, gabbiani, gru, anatre e cicogne hanno utilizzato per veleggiare. Il vento è da sempre una risorsa per gli uccelli, che hanno imparato a sfruttarlo laddove è più potente. Lo stesso lo fanno le pale eoliche.

Se uno osserva da lontano il movimento delle pale erroneamente penserebbe che é impossibile per un uccello rimanere colpito, eppure lontano dal rotore la velocità della pala è di 150-300km/h e questa si abbatte come una scure su qualsiasi corpo che incontri: dal rondone all’airone.

Ormai è diventato inutile comporre una lista di specie rinvenute uccise sotto le pale eoliche: vi sono tutti gli uccelli d’Europa, con una partecipazione più abbondante di rapaci diurni (avvoltoi, aquile, nibbi, falchetti), pipistrelli, rondini e rondoni. In Germania in una tabella pubblicata dal Ministero dell’ambiente sugli esemplari rinvenuti morti sotto le turbine figurano al primo posto il nibbio reale, seguito da poiana, aquila di mare, gheppio, gabbiano comune, allodola e rondone.

Ciononostante è difficile arrivare ad una stima totale della mortalità causata dalle pale eoliche per tre ragioni:

  1. La mortalità in ogni impianto eolico dipende da diversi fattori ambientali: presenza o meno di nebbia e qualitá della visibilità durante l’anno e quantità di uccelli presenti nella zona. Addirittura dipende dal periodo in cui sono presenti gli individui. Ad esempio gli esemplari svernanti (che quindi non conoscono l’area) sono più a rischio degli esemplari presenti tutto l’anno che hanno imparato a stare lontani dalle turbine.
  2. Sebbene si riesca più o meno a reperire in tempo i cadaveri dei grandi uccelli uccisi (non a caso si hanno fondamentalmente ritrovamenti di grossi uccelli), è quasi impossibile valutare la mortalità dei piccoli uccelli, che vengono mangiati da ratti, gatti e scompaiono rapidamente. I migratori notturni vengono fatti scomparire quasi immediatamente dagli animali spazzini.
  3. Vi è un atteggiamento molto poco trasparente da parte degli imprenditori dell’eolico (e quindi dei loro dipendenti in loco) e delle autorità che cercano di nascondere le prove delle avvenute collisioni. La storia dell’eolico è fittamente punteggiata di dossier resi inaccessibili (quello di Lekuona nel 2001), calcoli manomessi (mortalità delle aquile reali nell’impianto di Altamont Pass, a Gibilterra), lavoratori sorpresi a sotterrare cadaveri di uccelli per falsificare gli studi... Vi è uno sforzo costante di nascondere le informazioni relative alla mortalitá degli uccelli nei parchi eolici, che fa sospettare che il problema sia sottostimato.

Ripercorriamo ora qui alcuni dei casi più importanti di cui si ha conoscenza relativi alla mortalità degli uccelli nei cosiddetti "parchi eolici":

Altamont Pass, California

Le circa 6.000-7.00 pale in attivitá vengono costruite alla fine degli anni '80 su una catena costiera di circa 300 metri di altezza, caratterizzata da una prateria di bassa quota. La zona è in generale povera di fauna, ma alberga una buona comunità ornitica, il 70% della quale è composta dai rapaci che si alimentano di roditori e in particolare dello scoiattolo terricolo di California (Spermophilus beecheyi). Giá a partire dagli anni '80 si registrano alte mortalità di rapaci in Altamont Pass, all'inizio si suppone perché gli animali usano come posatoio le stesse torri eoliche (che quindi vengono progressivamente sostituite dal modello tubulare), in seguito ci si rende conto che non c'è nulla da fare: i rapaci e altri uccelli continuano a venir mietuti dalle pale, circa 5.000 all'anno, forse anche 10.000. Particolare preoccupazione desta l'aquila reale che ogni anno perde qui 110 individui. Secondo degli studi fatti dai biologi, la popolazione di aquila reale nei dintorni del parco è in lieve ma costante calo, perché le coppie non riescono a recuperare il surplus di mortalità causato dalle pale. Si cercano ulteriori soluzioni: la prima è porre trappole e esche per eliminare (sic!) tutti gli scoiattoli dalla zona delle pale, in modo che le aquile non si avvicinino più a cacciare, una seconda soluzione è quella di alterare i dati nei censimenti relativi alla popolazione di aquile reali, in modo da far scomparire il lieve calo nella popolazione.... Le pale sono ancora lì che girano con le loro migliaia di vittime annue....

Navarra, lo studio Lekuona

Questo studio è giustamente famoso per essere stato il primo grido di allarme in Europa sui rischi dell'eolico. Lo studio è commissionato dal Governo Regionale di Navarra per valutare l'impatto delle circa 368 pale (che nel frattempo sono diventate 1.000 nonostante lo studio appunto) sui numerosi rapaci, nibbi, avvoltoi e aquile che abitano la zona e la usano per migrare verso e dai Pirenei (corridoio pirenaico occidentale). Lekuona nel corso di un anno di sopralluoghi (settimanali su un 35% delle pale) rinviene 138 cadaveri di uccelli e 3 di pipistrelli. Fra gli uccelli il 66% sono rapaci e il 62% sono grifoni. Il restante 40% sono uccelli migratori. Lekuona annota inoltre che la zona ospita una densità particolarmente alta di mammiferi spazzini opportunisti, in particolare volpi, gatti e cani rinselvatichiti, attratti dai bottini facili e che fanno scomparire in 2 giorni il 75% dei corpi degli uccelli morti. Per questo Lekuona rielabora i dati calcolando l'effetto della sparizione dei cadaveri per opera di animali spazzini (formula di Winkelman). Il tasso di mortalità per collisione risulta alla fine essere nei diversi impianti che compongono il parco eolico di 35, 26, 4, 8, 64 uccelli/anno/aereogeneratore. Il totale è quindi di 6.450 uccelli e 650 pipistrelli all'anno. Fra gli uccelli si contano soprattutto gli avvoltoi e aquile, rapaci che hanno un tasso di riproduzione lento e quindi sono particolarmente suscettibili a ulteriori cause di mortalità.

Cosa succede allo studio Lekuona? Innanzitutto nel sommario iniziale le cifre 6.450 e 650 non compaiono, bensì solo il tasso di ritrovamento esperito sul 35% dell'impianto: 0,03 uccelli per pala per mese. Il sommario insomma fa credere al lettore che non voglia leggere tutto lo studio che ogni anno nelle 368 pale muoiono 132 animali (quando lo stesso Lekuona ne ha trovati 141!!!). C'è di più lo studio scompare appena terminato e il governo di Navarra si rifiuta di consegnarlo alle ONG che lo chiedono. Lo stesso Lekuona rifiuta di consegnarlo e minimizza continuamente quanto da lui stesso scritto nelle 155 pagine. Nel libro "Aves y parques eolicos, 2009" Lekuona contribuisce con un articolo sull'impatto delle pale di Navarra senza mai menzionare la precisa magnitudine del problema: un esempio di accurata diplomazia filogovernativa...

Le pale sono ancora lì e sono anche aumentate. Quanti rapaci vi muoiono ogni anno? Qui di seguito un video girato dalla televisione regionale nel parco eolico di Navarra (in spagnolo):

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Lo stretto di Gibilterra

Sebbene persino i più ottimisti suggeriscono come non sia prudente costruire impianti eolici nei grandi canali migratori, dobbiamo constatare con disappunto come il più grande canale di passaggio di rapaci in migrazione d'Europa, lo Stretto di Gibilterra ospiti 256 turbine e nuovi parchi sono in progettazione. Quali sono le conseguenze? SEO/BirdLife Spagna ha realizzato un breve studio nel 1995 nel quale emergono ancora una volta risultati grotteschi.

Il grifone è ancora una volta la vittima preferenziale delle turbine, per la sua maniera di cercare le correnti calde proprio là dove sono costruite le pale. Lo studio di SEO realizza dei sopralluoghi due volte alla settimana, battendo il 34% del parco eolico e una volta alla settimana controllando il 54% dei cavi elettrici che portano l'energia alle centraline. Nel corso dello studio vengono rinvenuti 65 uccelli morti fra cui 2 bianconi, 30 grifoni, 12 gheppi, 3 grillai, 2 gufi reali, 1 nibbio bruno, 1 rapace non identificato e un airone. Il risultato? Ogni anno muoiono 89 uccelli nei parchi eolici oggetto di studio. Un'interessante metodologia, no? Ne trovano 65 battendo il 34% della zona, due volte la settimana, senza valutare se vi sono animali spazzini che allontanano le carcasse e sbagliano anche a calcolare. Dovrebbero scrivere 190 uccelli come minimo, ma decidono di "dare fiducia" alle pale: in realtá le pale uccidono meno di quello che viene trovato morto ai loro piedi!!. La fundación Migres che si occupa di monitorare la migrazione sullo stretto e l'impatto delle pale ribadisce nel 2010 lo stesso concetto: se nel 1995 abbiamo trovato 30 grifoni morti controllando ogni 3 giorni il 34% delle pale, vuol dire che abbiamo automaticamente rinvenuto il 100% degli esemplari uccisi.

Intanto, ironia della sorte, l'ultima otarda della provincia di Cadiz, poco lontano da Gibilterra è proprio morta nell'impatto con un impianto eolico.

Nel video seguente si osserva un grifone veleggiare intorno ad una pala eolica e andare incontro alla sua imprevedibile fine: il video è girato a Creta:

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Belgio, Zeebrugge

Everaert nel 2006 compie uno studio sull'impatto di 25 turbine posizionate a poche centinaia di metri da una colonia di sterne comuni, mignattini e beccapesci. Utilizzando le sue osservazioni oltre ai fattori di correzione dovuti alla quantità di area controllata e alla rimozione dei corpi da parte di animali opportunisti, lo studioso giunge a stabilire un impatto per turbina di 6,7 sterne/anno/turbina e un più generale 21 uccelli/turbina/anno, calcolando anche gabbiani e altri uccelli marini. Questa mortalità incide da 0,7 fino a 6,7% sulla normale mortalità delle tre specie di sterne.

Everaert ovviamente suggerisce di non mettere impianti eolici nelle immediate vicinanze di una colonia di uccelli. Le turbine ovviamente sono ancora lì...

Conclusioni

C'è un evidente volontà politica di sottostimare l'impatto che hanno le pale eoliche sugli uccelli. Persino BirdLife International, che dovrebbe occuparsi della salute degli uccelli selvatici, nel suo rapporto commissionatole dalla Convenzione di Berna riferisce che le pale eoliche hanno uno scarso impatto sugli uccelli: per dirlo però è interessante come tralasci di citare i dati emersi dagli studi di Lekuona, Everaert, contraddicendosi in più punti. Si può tranquillamente affermare quindi che il noto meccanismo dei finanziamenti, statali o provenienti dalle industrie eoliche, ha raggiunto il suo obiettivo di intorbidire le acque intorno ai danni che le pale eoliche arrecano all'avifauna. Gli studi sono fatti o finanziati da chi non vuole che il problema emerga, quindi le sottostime sono all'ordine del giorno. Da notare come persino il libro "Aves y parques eolicos, 2009", il principale manuale sul tema (pubblicato dalla fondazione eolica Tarifa e da Fundación Migres, l'uno gestore di impianti eolici, l'altro beneficiario dei relativi finanziamenti), si sforzi continuamente di ammorbidire i dati, per non lanciare l'allarme.

Data la volontà di intorbidire le acque è importante stabilire alcuni punti fermi: l'impatto delle pale può essere diretto o indiretto. L'impatto indiretto è dato dal degrado dei siti eolici: infrastruttura, dissesto geologico, strade, traffico di veicoli e persone rendono i "parchi eolici" inutilizzabili dagli uccelli che non vi si alimentano, non li usano per il riposo, né per la nidificazione. Studi realizzati in Germania dimostrano che migliaia di ettari di suolo prativo utilizzato per l'eolico sono stati definitivamente disertati dagli uccelli svernanti e in migrazione, con cali notevoli anche delle popolazioni di passeriformi nidificanti: gli uccelli si tengono sempre a 150-500 metri di distanza dal parco eolico (Meek et al., 1993; Janss et al., 2001; Johnson et al., 2000).

A questo si aggiunge anche che le file di pale eoliche creano un effetto barriera, costringendo gli uccelli (soprattutto quando situate fra i dormitori e i punti di alimentazione) a lunghe deviazioni giornaliere che aumentano il dispendio energetico e di conseguenza la mortalità.

L'impatto diretto è la collisione: ogni impianto ha un impatto diretto sulle specie di uccelli ed è ormai provato che pale eoliche su corridoi migratori, vicino a siti ambientali con presenza di uccelli, sulla costa e off shore causano una mortalità alta, circa 20-35 uccelli all'anno per turbina. Questo numero è difficilissimo da appurare appunto per la difficoltá di rinvenire gli animali morti, soprattutto i piccoli passeriformi sottratti dai predatori della zona, nonché dalla volontá politico-imprenditoriale di non fare chiarezza sul fenomeno. Il caso di Cordelia in Carolina, dove uno studio ben finanziato, con ricerche 5 giorni alla settimana durante la migrazione sotto una unica turbina e in una zona povera di avifauna ha portato a valutare una mortalità annuale di ben 54 uccelli, lasciano sospettare che l'impatto minimo delle turbine sia maggiore di quanto si possa quantificare.

In Germania nel frattempo le pale eoliche sono diventate la terza causa di mortalità per l'aquila di mare, mentre negli USA la American Bird Conservancy stima che fra i 75.000 e i 275.000 uccelli muoiano nelle turbine.

Il CABS ritiene che come requisiti minimi di precauzione le pale non debbano venire costruite nei parchi naturali, riserve, aree ZPS, SIC, Ramsar e Natura 2000 e a una distanza non minore di un km da esse. Allo stesso tempo che si rinunci completamente agli impianti off-shore e nei siti di particolare bellezza paesaggistica.

Purtroppo molti impianti con queste caratteristiche esistono già e fino ad ora nessuno è stato mai rimosso, anche quando si è scoperto che arrecava gravi danni agli uccelli o ai pipistrelli.

Qui di seguito alleghiamo alcuni studi o materiale interessante relativo al problema eolico:

1) Estudio Navarra - Lekuona

2) 4 estudios sobre parques eòlicos y aves - Duchamp

3) Impact of wind turbines on birds in Zeebrugge - Everaert 

4) Risoluzione comitato ornitologico sull'eolico

5) Volantino sui rischi dell'eolico

6) Directrices para la evoluciòn de parques eòlicos en aves y murciélagos - SEO