Che pulcino è? È davvero abbandonato?
Non tutti i pulcini vanno recuperati se trovati per terra. Alcune specie prevedono proprio nel loro comportamento che il piccolo, ancora incapace di volare, si allontani dal nido per evitare che un predatore catturi in una volta tutta la nidiata. Sono le specie cosiddette nidifughe.
È il caso più frequente in città che si trovi un giovane merlo saltellante nel prato. Il piccolo chiama frequentemente e viene scambiato per un orfano. Non è così: il merlotto sta dicendo ai genitori dove sta e non è necessariamente abbandonato. I genitori lo nutrono a terra finché non diventa indipendente. È vero che può essere predato da un gatto, investito da una macchina o vittima di un cane, ma non abbiamo il diritto di intervenire, perché non possiamo semplicemente pensare di “migliorare” le scelte vitali degli uccelli.
Quello che si può fare in questi casi è spostare di qualche decina di metri il piccolo e metterlo in un posto più sicuro: una siepe, un cespuglio, un ramo basso di un albero ben frondoso. I genitori lo ritroveranno sempre, perché lui continuerà a chiamarli. Nel caso che si sospetti che l’uccellino sia proprio abbandonato, si può pensare di osservarlo a distanza per un’ora, o meglio ancora 2-3, per vedere se i genitori si avvicinano. Ovviamente senza mai distrarsi, perché l’imboccata avviene in pochi secondi!
Nella maggioranza dei casi, si vedrà che il piccolo non è affatto abbandonato.
Altre specie sono invece nidicole, ovvero il piccolo abbandona il nido quando ormai sa volare bene. Se si trova quindi un nidiaceo di queste specie a terra, si può e deve intervenire! La soluzione più semplice e prenderlo e accudirlo in casa o portarlo a un centro di recupero.
A volte però capita di notare che i genitori sono ancora in zona e rispondono al richiamo del piccolo anche se non hanno il coraggio di scendere a terra. Prima quindi di assumersi l’allevamento del il pulcino è consigliabile metterlo in un contenitore di cartone di fortuna, aperto, e sistemarlo su un ramo basso e lontano da fonti di disturbo: nel giro di pochi minuti si vedrà se i genitori si avvicinano al piccolo che li richiama. Se questo succede è meglio lasciare il pulcino. Si può creargli un nido artificiale provvisorio, per esempio una gabbietta aperta appesa a un ramo, o anche una scatoletta aperta di cartone o una cassettina di legno.
L’importante è scegliere un punto poco disturbato (meglio se con fronde intorno), fissarlo saldamente all’albero, scegliere un contenitore che permetta ai genitori di entrare e uscire e infine che permetta ai piccoli di rimanere asciutti (meglio con un tettuccio o comunque sul fondo dei fori di drenaggio).
In generale si tenga comunque presente che i genitori naturali danno sempre l’alimentazione più adatta al piccolo e potranno seguirlo quando il giovane inizia a cavarsela da solo, cose che il genitore adottivo umano non può fare mai. Per questo prima di prendere un piccolo uccello, bisogna essere sicuri che sia veramente bisognoso di adozione.
Ovviamente se il piccolo è davvero abbandonato e i genitori non si fanno vivi, è più che legittimo prenderlo e allevarlo fino a che non raggiunga l’indipendenza. Qui di seguito segnaliamo per ogni specie come comportarsi, se recuperarlo o meno, e alcune specificità nell’alimentazione durante l’allevamento. La lista delle specie è così ordinata: in alto i nidiacei più comunemente rinvenuti nelle città, nei parchi e nei giardini, in basso quelli più rari.
Si noti che la lista prevede il riconoscimento del piccolo attraverso il piumaggio: uccellini rinvenuti ancora implumi possono essere recuperati senza timore di sbagliare! È sicuramente successo qualcosa di imprevisto.
Per leggere invece dove tenere il piccolo da allevare, a che temperatura, cosa e ogni quanto dargli da mangiare e come poi reinserirlo in natura, andate direttamente a questa pagina.
Merlo: in assoluto l’uccellino che più viene recuperato nelle città e quasi sempre sbagliando. Nidifica nei cespugli o nell’edera nei giardini e parchi urbani. Se lo trovate in giro, lasciate il piccolo merlo dove lo avete trovato o spostatelo di qualche decina di metri per metterlo in un posto più sicuro, in un cespuglio. Potete per sicurezza controllare per un paio d’ore a distanza che i genitori lo seguano osservando se li richiama e se questi si avvicinano. Se siete sicuri che è abbandonato o se c’è un pericolo concreto, imminente e inevitabile, e decidete di prenderlo, va alimentato come tutti i nidiacei con dieta di insetti.
Rondone: anche esso comunemente rinvenuto in città fra metà giugno, luglio e inizio agosto. Nidifica sotto le tegole o negli incassi delle persiane. I piccoli che si trovano a terra (zampette corte e con artigli, becco appena uncinato, portamento sdraiato, piumaggio nero con le penne bordate di bianco) sono sicuramente abbandonati. Si possono recuperare. Vanno alimentati con dieta di insetti.
Passero: sebbene stiano diminuendo nelle città, è ancora fra i nidiacei più comuni che vengono recuperati. In genere se si trova un passerotto a terra il rischio che sia stato abbandonato è abbastanza alto. È meglio comunque metterlo in un posto sicuro e attendere almeno un’ora. Purtroppo, visto che i passeri nidificano spesso in zone trafficate, a volte è difficile trovar loro un posto sicuro nelle immediate vicinanze. C’è anche da tenere presente che sono molto delicati e che spesso muoiono se allevati in casa. Se si decide comunque di recuperarli, l’alimentazione é a base di insetti per le prime settimane, poi quando il piumaggio è completo si comincia a dargli semi e granaglie.
Cincia: è abbastanza comune trovarle nei parchi cittadini, nidifica nei tronchi degli alberi o in cassette nido. Sono molto piccole e hanno un piumaggio giallino sul ventre. Per le cince si può propendere facilmente per il recupero, visto che solitamente non lasciano il nido, se non sono pronte. Sono abbastanza facili da allevare, con una dieta a base di insetti.
Rondine, Balestruccio: la rondine, nera e bianca con le guance rosse nidifica in luoghi ben accessibili, per cui se si trova un piccolo sotto il nido, si può provare a rimetterlo dentro e aspettare. È facile però che torni a cadere, in quanto i genitori possono decidere di allontanare i piccoli più deboli o in caso di scarsitá di insetti. Il balestruccio invece, tutto bianco e nero, nidifica sotto i tetti molto più in alto, quindi ogni piccolo che si rinviene deve essere soccorso senza indugio, in quanto i genitori non lo alimenteranno una volta a terra. Tanto per le rondini quanto per i balestrucci vale il discorso della dieta a base di insetti.
Cornacchia, Gazza, Ghiandaia: sono fra gli uccelli più grandi che si trovano con una certa frequenza in cittá in primavera, soprattutto le cornacchie. I loro piccoli sono neri e grigi e con l’interno del becco rosa. Le gazze hanno il piumaggio nero e bianco e tendono a vivere in ambienti periurbani o in campagna, mentre le ghiandaie hanno il piumaggio marrone e dell’azzurro sulle ali. I piccoli si ritrovano unicamente in ambienti boschivi. Per tutte queste specie vale il discorso di lasciarle dove le si trova, in quanto è comune che i piccoli lascino il nido anche se sono incapaci di volare. Nei casi dubbi si può attendere nei dintorni per vedere si il piccolo chiama e se i genitori si avvicinano. In caso negativo verranno alimentati con insetti, carne trita, bocconcini per gatto, mele, pere, frutta secca. Sono infatti animali piuttosto flessibili nelle scelte alimentari.
Piccione, Colombaccio, Tortora dal collare: piuttosto grandi, hanno il piumaggio di colore grigio o marroncino chiaro con tipiche filopiume gialle che spuntano dal petto e dalla testa. Il becco é largo e a forma di scarpa nel piccione e nel colombaccio, mentre è più fino nella tortora dal collare. Mentre il piccione nidifica unicamente negli edifici, la tortora dal collare e il colombaccio usano alberi nei giardini o anche nei terrazzi. Se si rinvengono questi nidiacei a terra si può tranquillamente recuperarli. Al limite si può provare a sistemarli anche in questo caso in una scatoletta provvisoria fra i rami di un albero e vedere se i genitori sono in zona e li riaccettano. Se si decide di allevarli, l’alimentazione sarà strettamente granivora: bisogna preparare un pastone fatto con farina multicereali, mais, ceci e pastoncino all'uovo il tutto inumidito e poi somministrarlo utilizzando una siringa senza ago.
Fringuello: un piccolo uccellino dal piumaggio marrone chiaro e una riconoscibile striscia bianca sulle ali nerastre. Viene trovato con una certa frequenza nei parchi urbani. La soluzione migliore per questa specie è mettere il nidiaceo su un ramo basso di un albero o in un cespuglio e vedere se i genitori si avvicinano al suo richiamo. Se questo avviene si può anche allestire un piccolo nido più stabile in un punto sicuro, se invece non si fanno vivi, il piccolo va recuperato e allevato come descritto più sopra per i passeri.
Gheppio, Sparviere: sono i rapaci più comuni che si trovano in città o in campagna, facilmente riconoscibile per il becco adunco, i forti artigli e il piumino bianco che spunta dalle penne. I piccoli non sono affatto pericolosi quando si maneggiano, non c’è da aver paura. Il gheppio nidifica sui davanzali di case o chiese, mentre lo sparviere sugli alberi. Usualmente è difficile rimetterli nel nido, quindi è ragionevole recuperarli. A causa della loro alimentazione e della necessità di grandi spazi per imparare a volare e cacciare, è fondamentale affidarli al più presto in un Centro di Recupero autorizzato. Come primo soccorso vanno intanto alimentati con petto di pollo o tacchino (carne bianca) crudo, tagliato a striscioline e inumidito appena.
Gufo, Civetta, Allocco: sono i rapaci notturni. Si trovano poco comunemente nei giardini urbani, hanno il piumino bianco abbondante, forma tondeggiante, becco ricurvo e artigli forti. Non sono comunque per nulla aggressivi. Non vanno assolutamente presi: capita spesso che cadano dai nidi o durante i primi voli. Vanno rimessi su un ramo dell’albero, possibilmente un po´nascosto dalle fronde. Nottetempo i genitori verranno ad alimentarli.
Codirosso e Codirosso spazzacamino: nidificano in nicchie nei muri e nei parchi. Piuttosto piccoli, si riconoscono per le penne della coda di color rosso ruggine (se sono già spuntate). Generalmente abbandonano il nido solo quando il piumaggio è già completo e riescono a compiere piccoli voli. Se si ritrova un piccolo di codirosso vale la pena prima osservare da lontano se i genitori si avvicinano ad alimentarli. Se si decide di recuperarli vanno alimentati con insetti.
Storno: nidifica nei buchi dei tronchi e degli edifici. Vale per loro lo stesso discorso dei codirossi: normalmente lasciano il nido quando sono in grado almeno di svolazzare, se il piccolo di storno non è in grado nemmeno di compiere die piccoli voli, vale la pena osservare un po’ per accertare che sia davvero abbandonato e in questo caso recuperarlo, alimentandolo con insetti.
Anatroccolo: i piccoli delle anatre non si allontanano mai dai genitori. Un piccolo anatroccolo solitario ha bisogno del nostro aiuto, se la madre non è negli immediati dintorni. Fortunatamente mangiano da soli, per cui bisogna preparar loro un ciotolina con foglie di insalata e un misto di granaglie tritate in polvere.
Ballerina bianca: stesso discorso come per codirossi e storno, ma la specie nidifica in nicchie aperte sui tetti delle costruzioni, preferibilmente in vicinanza dell’acqua. Sempre meglio osservare un paio d’ore se non arrivano i genitori: le piccole ballerine possono cadere fuori dal nido, ma vengono ancora seguite a terra. Se sono abbandonate, vanno alimentate con dieta di insetti.
Capinera: impossibile da non riconoscere per il cappellino marrone tipico dei piccoli. Nidifica in siepi e cespugli. I piccoli non vengono trovati comunemente, ma nel caso vale la pena lasciarli in un cespuglio nascosto e vedere se chiamano e se i genitori rispondono all’appello. In caso negativo si possono recuperare, alimentandole con una dieta di insetti.
Pigliamosche: uccellino bruno con macchie beige dsitribuite su ventre e dorso. Nidifica spesso nei vasi in terrazzi e balconi, oltre che nei parchi urbani. I piccoli sono raramente abbandonati, per cui è sempre meglio mettere i nidiacei in un posto protetto e aspettare l’arrivo dei genitori. In caso il piccolo abbia perso i genitori, va alimentato con insetti.
Verzellino: nidifica sugli alberi, spesso in cipressi e pini. È in assoluto l’uccellino più difficile da allevare per la sua estrema delicatezza. Purtroppo quando cadono dal nido è difficile risistemarceli. Se il nidiaceo chiama i genitori suggeriamo di sistemarlo su un ramo basso in un cespuglio e vedere se viene ancora seguito, altrimenti va allevato. Hanno bisogno di un’alimentazione totalmente granivora per cui bisogna dar loro un pastone di cereali.
Verdone: nidifica sugli alberi ed é di colore marroncino/giallino con il becco piuttosto robusto. Le penne delle ali e della coda hanno parzialmente colore giallo. Capita che cadano dal nido. La soluzione migliore per questa specie è mettere il nidiaceo su un ramo basso di un albero o in un cespuglio e vedere se i genitori si avvicinano al suo richiamo. Se questo avviene si può anche allestire un piccolo nido più stabile in un punto sicuro, se invece non si fanno vivi, il piccolo va recuperato e allevato come descritto più sopra per i passeri e fringuelli.
Cardellino: sebbene sia comune anche nelle città, i nidiacei raramente vengono recuperati. Piccolo, con un piumaggio marroncino e le ali nere, con la punta bianca e una vistosa fascia gialla. Come per il verdone, anche per il cardellino la soluzione migliore è rimettere il piccolo su un ramo ed aspettare un po'. Se i genitori non si fanno vivi, la sua alimentazione sarà quasi totalmente granivora con una pastone a base di cereali. Purtroppo è alquanto difficile da allevare, essendo delicatissimo.
Corriere, Pavoncella: seppure raramente capita di imbattersi sul greto dei fiumi o nei prati in campagna in piccoli uccellini che corrono perfettamente ma non possono volare. Il loro piumaggio è molto soffice e con abbondanti piume bianche. Questi sono in genere i piccoli dei limicoli, uccelli della taglia di un merlo e dal portamento eretto che nidificano al suolo. A seconda delle specie prediligono i prati con l’erba bassa, le pietraie o le spiagge sabbiose. In tutti questi casi non si deve intervenire assolutamente: i piccoli lasciano il nido molto presto e si disperdono nell’area, ma i genitori sanno sempre perfettamente dove sono. Se avete recuperato un piccolo sul greto di un fiume o in spiaggia e vi siete resi conto che è un limicolo, riportatelo subito lì dove l’avete trovato. I genitori lo riprenderanno subito. Tra l’altro l’allevamento in casa è impossibile.
Fagiano, Starna, Pernice: come per gli anatroccoli, i pulcini di queste specie stanno sempre vicino alla madre. Nel caso vengano trovati in campagna e la madre non sia negli immediati dintorni, si possono recuperare: il piccolo da solo non ce la fa. L’alimentazione è facile: mangiano piccoli semi, granaglie e insetti.
Gabbiano: nidificano spesso in zone inaccessibili, sulle falesie, in isole fluviali, ma anche sui tetti delle case. Difficilmente vengono rinvenuti i piccoli orfani, più spesso si tratta di uccelli feriti. Nel raro caso ci si imbatta in un piccolo, è impossibile sbagliarsi, perché i genitori lo terrebbero continuamente sotto controllo e aggredirebbero chi gli si avvicinasse. Possono venire allevati con pesce, bocconcini umidi per cani e carne trita. Come le cornacchie sono molto flessibili nelle abitudini alimentari.
Picchio: piuttosto rari nei parchi cittadini, nidificano nei buchi dei tronchi. Vengono rinvenuti molto raramente a terra. In questo caso, si può intervenire con tranquillità, in quanto sicuramente il picchio non lascia il nido se non sa svolazzare almeno. L’allevamento non è facile, ma il picchio va alimentato con insetti.