Ricerca e lobbying a Cipro
Il trappolaggio degli uccelli è vietato da tempo a Cipro, ma l’uso dei limesticks, in particolare, è considerato in alcuni ambienti un reato perdonabile, perché ritenuto una tradizione culturale degna di protezione. Le autorità faticano a lavorare efficacemente contro il fenomeno e spesso manca decisamente la volontà politica di farlo. Inoltre alcuni politici fanno affidamento sui voti dei bracconieri e quindi li supportano apertamente.
In una situazione così complessa, i campi possono solo far parte di una campagna più ampia. Raccogliere trappole e reti ha senso solo se l’entità e l’impatto del bracconaggio sono documentati e il pubblico è consapevole della portata del problema. Ma questo non è il caso a Cipro, dove ci vuole molto di più che il lavoro di campo. Il CABS pubblica quindi regolarmente un rapporto dettagliato con i risultati e le analisi del suo lavoro dopo ogni campo. Queste relazioni finiscono sui tavoli delle autorità locali e alla Commissione europea, affiancate dai nostri ricorrenti comunicati stampa che non permettono ai media di distogliere lo sguardo dal problema bracconaggio.
Il nostro lavoro è coordinato con le associazioni locali di protezione della natura e degli animali e il nostro approccio è programmato in base alla situazione politica. Esercitiamo inoltre una costante pressione sulle autorità attraverso incontri regolari con i ministeri e le forze di polizia, e sviluppiamo i nostri contatti con la Commissione europea e con le ambasciate dei Paesi da cui provengono i nostri volontari.
Seguendo questa strategia abbiamo avuto particolare successo nell’area a sovranità britannica: Qui la polizia ha iniziato a intensificare il proprio lavoro dopo che il CABS e la RSPB hanno organizzato proteste e avviato campagne di stampa contro il massacro che si compiva impunito proprio sotto la loro giurisdizione.