Passeri congelati per ristoranti
La "Polenta e uccelli" è una specialità culinaria ricercata nel nord Italia e considerando che i tordi e le allodole sono specie cacciabili, è consentita la loro consumazione ma nella propria privata dimora. La normativa nazionale ed europea prevede infatti il divieto di commercializzazione di quasi tutte le specie eccetto sei (fagiano, pernice rossa e di Sardegna, colombaccio, starna e germano reale: art.21, L.157/92) e il ristoratore può solo commercializzare prodotti con tracciabilià. Inoltre, la Corte di Giustizia Europea riconosce che tutte le specie protette appartenenti alla fauna europea sono tali anche se vengono dall'estero: quindi anche un passero importato dalla Tunisia non può essere commercializzato perchè si tratta di specie europea.
Tuttavia, per favorire i ristoratori con menu a base di uccellli del nord Italia, è stata aggirata la legge, lasciando una scappatoia: mentre la Direttiva Uccelli UE si riferisce espressamente agli "uccelli delle specie europee", per la normativa italiana è stato scelto il termine "uccelli europei" lasciando la porta aperta a trafficanti di uccelli provenienti dall'estero, anche se erano specie europee.
Nel 1994 nel porto di Rotterdam (Paesi Bassi) un container proveniente dalla Cina conteneva diverse centinaia di migliaia di esemplari congelati di passera mattugia (Passer montanus), specie di uccelli europea e quindi non autorizzata ad essere importata ai sensi del diritto dell'UE. Tuttavia, la legge italiana tradotta erroneamente li classificava come uccelli asiatici perché provenivano dalla Cina ma poiché gli animali erano stati controllati dalla dogana belga, la direttiva UE fu correttamente applicata e il carico, sotto pressione anche del CABS, fu confiscato e il carico di avifauna venne distrutto.
Quattordici anni dopo, nell'autunno del 2008, i volontari del CABS sul Lago d'Iseo si accorsero di una macelleria che promuoveva la vendita di uccelli con un grande poster in vetrina. Furono acquistati quindici uccelli congelati per acquisire le prove e vennero poi informate le forze di polizia. Si scoprì che il macellaio aveva importato questi uccelli dalla Tunisia con tanto di autorizzazione ministeriale.
Il CABS ha quindi voluto vederci chiaro ed ha avviato delle indagini. Dopo analisi veterinarie, si è scoperto che gli uccelli in vendita non erano stati uccisi con arma da fuoco e quindi erano stati catturati con reti o con trappole, mezzi proibiti in Tunisia. Un parere legale ha dimostrato che gli animali non potevano essere venduti anche se provenivano dalla Tunisia, oltre al fatto che vigeva il divieto di importazione a causa dell'influenza aviaria. L'Istituto per la ricerca sugli uccelli di Wilhelmshaven ha confermato che si trattava di passera mattugia, una specie europea protetta - che, tuttavia, come descritto sopra, secondo l'interpretazione italiana della direttiva UE, proveniendo dal Nord Africa erano "classificati" come specie non europea.
Come fare allora a far cambiare opinione ai Giudici di Cassazione italiani? Bisogna far sapere all'Europa che l'Italia va per conto suo e lo si fa a suon di documenti. Bisogna provare che i PM non convalidano i sequestri di passeri e che di conseguenza le forze dell'ordine hanno smesso di perseguire questo tipo di reato.
Veniamo a sapere che a Verona il CFS ha fatto un sequestro di passeri tunisini e, scoperto il numero di procedimento, ci dichiariamo parte interessata. In questo modo possiamo legalmente venire in possesso degli atti, quando e se il caso viene concluso. Dopo pochi mesi, come previsto il PM non convalida il sequestro e restituisce il carico al commerciante, ma il nostro avvocato è in agguato e si fa inviare il faldone relativo al procedimento, 500 pagine circa! Dentro ci sono informazioni fondamentali: la Forestale ha fatto un ottimo lavoro, argomenta citando la Direttiva Uccelli, il regime di protezione, il caso Van der Feesten, ma il PM preferisce andare sul sicuro e come previsto, si aggrappa alla Cassazione. Abbiamo la prova che il sistema non funziona. Compriamo una confezione di passerti tunisini e ne facciamo analizzare il DNA al Museum Koenig di Bonn. Dalle analisi emerge che sono passere sarde, (Passer hispaniolensis), tra l'altro non si capisce come le abbiano uccise queste decine di migliaia di uccelli: reti, gas, veleno? Non hanno traccia di traumi.Quindi mandiamo il faldone alla DG Environment con una formale denuncia contro l'Italia per non applicare il diritto europeo nella tutela delle specie di uccelli. Il 12 settembre 2012 la denuncia è inviata. Pochi giorni dopo la conferma: è ammessa. Veniamo a sapere che il Ministero dell'Agricoltura ha chiesto una documentazione al CFS sul tema importazione. Non potrà che confermare quanto abbiamo già scritto.
E poi, un bel giorno del giugno 2014, leggiamo fra i Disegni di Legge del Parlamento, nell'ambito della cosiddetta "Comunitaria", un emendamento alla legge sulla caccia: "divieto di vendere, detenere per vendere di esemplari appartenenti a popolazioni selvatiche viventi sul territorio europeo... anche se provenienti dall'estero". Il Governo approva l'emendamento. Fine dell'ennesimo trucco all'italiana!