Direttiva Uccelli

La Direttiva Uccelli dell'UE, entrata in vigore nel 1979 (direttiva del Consiglio 79/409 / CEE del 2 aprile 1979), disciplina la protezione degli uccelli selvatici e dei loro habitat. Con questa direttiva gli Stati membri dell'UE si sono impegnati a limitare e controllare la caccia, nonché a istituire e gestire aree di protezione degli uccelli. Questa direttiva europea rimane ad oggi il più importante strumento di protezione degli uccelli in Europa.

Oltre alle norme sulla protezione degli habitat, la direttiva contiene disposizioni importanti in materia di caccia. I punti chiave sono:

Tutti gli uccelli selvatici sono protetti. Non possono essere catturati, uccisi o perseguitati (eccezione: la caccia regolamentata).
L'allegato II della direttiva UE sugli uccelli elenca 82 specie di uccelli che possono essere teoricamente cacciate. Ventiquattro di queste sono specie cacciabili ovunque, mentre per le restanti 58 gli Stati membri devono informare Bruxelles su quelle che vogliono effettivamente cacciare all'interno del loro territorio.
Trappole e reti di qualsiasi tipo sono vietate.
La caccia durante il ritorno degli uccelli ai loro luoghi di riproduzione (caccia primaverile) non è consentita.
La caccia durante la stagione riproduttiva è vietata.
L'uso di ausili elettronici è proibito.
La raccolta di uova è vietata, così come danneggiare i siti di nidificazione.
Con alcune eccezioni, gli uccelli catturati allo stato selvatico non possono essere immessi sul mercato (vale a dire che non è permessa nessuna vendita di uccelli nei mercati o nei ristoranti). Le eccezioni sono ad es. fagiano, colombaccio e germano reale. Gli uccelli canori non possono essere commercializzati.

Sfortunatamente, la Direttiva Uccelli dell'UE prevede anche la possibilità di consentire deroghe a queste regole. Alcuni Paesi si avvalgono in misura diversa di questa possibilità mettendo a repentaglio gli effetti della direttiva stessa.

Il testo della direttiva può essere scaricato qui in formato PDF.