Trappolaggio di fringillidi e uccelli canori a Malta

Fanelli, frosoni, lucherini, fringuelli e verdoni sono uccelli da collezione molto «popolari» nell’arcipelago maltese e, fino all’inizio del nuovo millennio, la cattura con reti a scatto era consentita ogni primavera e ogni autunno. Con l’ingresso di Malta nell’Unione europea nel 2004, però, i divieti previsti dalla Direttiva uccelli sono stati obbligatoriamente recepiti dalla legislazione maltese. Al Paese è stato concesso un periodo transitorio di tre anni per adeguarsi, durante il quale, secondo il Trattato di adesione, l’isola doveva istituire un sistema di allevamento per rendere superflua la cattura dei fringillidi.
Purtroppo Bruxelles ha trascurato due elementi: ai maltesi non piace rinunciare alle loro pessime abitudini, e il loro trappolaggio non serve solo a rifornire gabbie e voliere, ma piace essere praticato di per sé. Per questo, ignorando le norme europee, si è permesso che le catture continuassero fino al 2017. Da allora il trappolaggio di fringillidi è stato veramente vietato ma ciò non significa che si sia fermato nella sua forma illegale.
A Malta sono attivi almeno 6.000 impianti di cattura, e visto che la metà della superficie è occupata dagli agglomerati urbani, sulla restante area c’è posto potenziale per 25 siti di cattura per chilometro quadrato. Quando tutte le strutture sono in funzione, l’ampiezza delle reti, di circa 80 ettari, è più estesa di quella della capitale, La Valletta.

Circa 5.000 dei siti presenti vengono utilizzati per catturare i fringillidi, gli altri per intrappolare in deroga pivieri dorati e turdidi, e, in modo totalmente illegale, quaglie e tortore comuni. Ogni impianto è costituito da un’area rettangolare piatta sulla quale vengono stese le due reti a scatto, parallele l’una all’altra sul terreno e tenute in tensione da grandi molle metalliche. Nel mezzo si trovano cibo e acqua, e attorno richiami vivi in gabbia, oppure, molto più efficaci richiami elettroacustici che non devono essere nutriti e tenuti al sicuro. Quando gli esemplari selvatici si posano per mangiare e bere, il trappolatore in attesa in un capanno fa scattare il meccanismo.

I fringillidi sono il bersaglio preferito dei bracconieri, ma non l’unico. L’iconico uccello di Malta, il passero solitario, un turdide, viene regolarmente catturato; come gli ortolani, specie minacciata in tutta Europa. Sono poi ricercate anche la calandrella e la pispola golarossa, o il piviere tortorlino, anche se il trappolaggio di tutte queste specie era illegale ancora prima dell’adesione all’Ue. Nella UE tutti i fringillidi sono tutelati, cosicché le deroghe legate alle tradizioni locali sono soggette a condizioni rigorose e permesse solo quando non esiste altra alternativa soddisfacente. Per i fringillidi che possono essere facilmente allevati, secondo la giurisprudenza il prelievo in natura non dovrebbe essere mai autorizzato.
Eppure, dopo la fine del periodo di transizione nel 2007, Malta ha nuovamente consentito le reti in autunno, e solo nel 2018 ha ceduto alla pressione costante delle associazioni ambientaliste e di Bruxelles, non rilasciando più alcuna autorizzazione.
Molti uccellatori non hanno ovviamente rispettato la legge e hanno continuato a stendere le loro reti anche in primavera e a usare richiami elettronici. Ora hanno poi iniziato a ignorare anche il divieto autunnale. Almeno la metà dei siti di cattura noti sono ancora puliti e pronti all'uso: nonostante la nostra sorveglianza, stimiamo che migliaia di esemplari finiscano ancora il loro viaggio a Malta fra le reti.

A Malta quella dell’uccellagione è una questione politica importante: cacciatori e trappolatori sono un bacino di voti importante e le sontuose promesse elettorali fanno parte del rituale prima di ogni elezione. Non sorprende quindi che ci sia una scarsissima volontà di intraprendere azioni coerenti contro il bracconaggio. I controlli di polizia sono rari e i processi contro i pochi trappolatori denunciati finiscono in fondo alla lista delle priorità per i giudici.
C’è poi un altro fattore che aiuta l’illegalità: mentre i fringillidi sono protetti in tutta l’Ue, i tordi bottacci e i pivieri dorati sono cacciabili, e per queste specie i requisiti per una deroga sono molto meno complicati. Malta ha così potuto permettere la cattura autunnale di tordi e pivieri con le reti per usarli come richiami vivi per la caccia, con la conseguenza che sul campo non è semplice «distinguere» un impianto «legale» da uno che non lo è.