Komitee gegen den Vogelmord e.V. Committee Against Bird Slaughter (CABS)

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Il bracconaggio ai migratori in Italia

Una tragedia venatoria tutta italiana

Anno dopo anno si ripete in Italia lo stesso triste spettacolo. I migratori autunnali non fanno in tempo a valicare i primi passi delle Alpi nel loro volo verso il Sud, che centinaia di migliaia di cacciatori alzano il fuoco su di loro decimandoli.

Sono poco meno di 40 le specie migratrici che possono essere cacciate in Italia secondo la legge, in un periodo che va dall'inizio di settembre alla fine di gennaio (al 10 di febbraio secondo l'emendamento varato da esponenti filovenatori del centrodestra nel 2010). La legge riconosce a ciascuno dei circa 500.000 cacciatori un carniere giornaliere di circa 25-30 uccelli per un totale di 50-60 giorni di caccia. Risultato: 17 milioni di uccelli cacciati legalmente ogni anno.

A questo si aggiunge poi il fenomeno del bracconaggio con trappole, lacci e reti, che vede l'Italia al primo posto in Europa per numero di tradizioni ancora esistenti sul territorio e numero di uccelli bracconati ogni anno.

In Lombardia, il territorio di Brescia con archetti, reti e trappolette a scatto la fa da padrone nella classifica delle province più a rischio bracconaggio. Ogni anno i volontari e le forze dell'ordine rimuovono dai boschi migliaia di trappole e centinaia di reti. Migliaia di uccelli vengono sequestrati e liberati: cince, fringuelli, pettirossi, peppole, zigoli, balie e crocieri: a Brescia ogni uccello deve finire in pentola o in gabbia.

In Sardegna, nonostante gli sforzi dei volontari, sopravvive, sebbene ormai alquanto ridotta, l'uccellagione coi lacci ai tordi: le montagne fra Capoterra e Santadi, il comprensorio dei Sette Fratelli sono letteralmente cosparse di labirinti di trappole approntati dai bracconieri.

Sulle isole pontine e giù fino a Napoli e in Sicilia è presente il bracconaggio primaverile col fucile a tortore e quaglie di passaggio, senza contare l'uso di trappolette sule piccole isole (Ponza e Ischia) per catturare migratori come le averle, balie, codirossi e usignoli. Reti e gabbie a trappola sono invece frequenti a Napoli, su tutta la penisola sorrentina e poi più giù in Calabria e Sicilia, dove è comune la pratica di catturare i cardellini per esporli in gabbiette nei giardini o sui balconi. Sullo stretto di Messina, lato calabrese, sopravvive la pratica di abbattere i rapaci di passo tanto in primavera quanto in autunno.

In tutto il sud Italia poi si prendono le allodole con le reti: il mercato di richiami vivi che alimenta i cacciatori da appostamento di tutta la penisola si aggira probabilmente sulle decine di migliaia di uccelli all'anno.

Secondo i dati raccolti dal CABS nell'ultimo decennio di attività, si può valutare in 1.700.000 uccelli le vittime annuali del bracconaggio italiano.

Fortunatamente alcune cose sono cambiate negli ultimi tempi. Un numero sempre maggiore di italiani si oppone anche attivamente alla caccia. Nel contesto dei campi di protezione degli uccelli, protezionisti italiani e provenienti da tutta Europa sorvegliano le rotte migratorie, cercano e rimuovono le trappole illegali con l'appoggio della Forestale e delle altre forze di polizia.

Intanto gli avvocati del CABS e della LAC (la nostra principale associazione partner) stendono ricorsi a Milano e a Brescia per porre freno alle politiche squisitamente filovenatorie di regione Lombardia, in questo ben accompagnate dalle altre regioni d'Italia.

Trappolaggio in Italia

In molte regioni italiane resiste ancora un diffuso bracconaggio con le trappole. Diffuse sono reti e prodine, ma anche archetti, vischio e sep possono venire trovate con una certa frequenza.

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Caccia agli uccelli

In Italia ci sono oggigiorno circa 500.000 cacciatori, di cui la maggior parte punta agli uccelli. Tordi e anatre sono le prede favorite, ma troppo spesso vengono abbattute anche specie protette.

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Commercio di uccelli

La vendita illegale di uccelli è in pieno boom in Italia. Se la vendita di piccoli uccelli morti in ristoranti e macellerie è ormai in calo, resta fortissimo il mercato dei richiami vivi e di uccelli da gabbia, anche online.

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Hotspots del bracconaggio

Trappolaggio e bracconaggio non sono diffusi uniformemente. Le valli bresciane, il delta del Po, le isole pontine e lo stretto di Messina sono i principali blackspots.

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Campi Antibracconaggio 

Sulle Alpi, nelle lagune di Venezia, nel golfo di Napoli, in Calabria o Sicilia - dappertutto i volontari CABS sono presenti con 8 campi antibracconaggio annuali.

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Specie colpite 

In Italia sono attivi più di mezzo milione di bracconieri. Oltre 120 specie di uccelli sono cadono vittima di trappole e caccia illegale, molte delle quali sono in pericolo.

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Ricerca e Lobbying

Ricerche, ricorsi e Lobbying sono parti importanti del nostro impegno contro il bracconaggio

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Il CRAS di Modena

A Modena è stato creato uno dei più grandi CRAS d'Italia. Il Centro "Il Pettirosso" è cofinanziato dal CABS e ospita più di 3.000 animali all'anno.

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Successi in Italia

Il CABS è attivo in Italia dalla metà degli anni '70 - e in questi anni abbiamo visto notevoli miglioramenti e vissuto grandi vittorie!

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