Azioni legali e ricorsi
Laddove la caccia e la cattura degli uccelli siano illegali, collaboriamo con le autorità competenti per denunciare i colpevoli, consegnandoli alla giustizia e assicurando che le trappole vengano sequestrate. Tuttavia, laddove la caccia e la cattura di uccelli siano consentite, è nostro dovere comprovare attraverso azioni legali presso i tribunali competenti se le normative regionali siano compatibili con le leggi nazionali o internazionali sulla conservazione della natura o meno.
Il presupposto fondamentale è che noi, come associazione, abbiamo il diritto di difendere la fauna dagli attacchi delle lobbies venatorie e dei loro numerosi referenti politici. Dagli anni '80 a oggi il CABS ha portato davanti ai tribunali amministrativi italiani oltre 30 atti amministrativi in deroga promulgati per sparare a specie protette o trappolare. Negli ultimi 15 anni nelle regioni Lombardia, Veneto e Friuli, sempre in partnerariato con la LAC e lo studio dell'avvocato Linzola, siamo stati in grado di prevenire o limitare l'uccisione di circa un milione di fringuelli, peppole, storni e passeri.
Regolarmente presentiamo inoltre denunce per garantire che la Commissione europea esamini la congruità di leggi e i regolamenti nazionali. Se viene identificata una violazione della Direttiva Uccelli UE, viene avviato un procedimento di infrazione contro lo stato in questione, che alla fine può portare a condanne da parte della Corte di Giustizia Europea. Tuttavia, di norma gli Stati spesso cedono prima e modificano le norme per sfuggire al rischio di una condanna. E' un risultato che abbiamo già raggiunto in Francia (con la cattura legalizzata degli ortolani), in Spagna (contro l'uso di bastoncini di vischio), a Malta (contro la cattura di fringuelli) e in Italia (contro le cacce in deroga e la cattura dei turdidi nei roccoli).